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Poesie x tutto l'anno
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Nuovo Topic   Rispondi    Indice del forum -> ...Di Arte e Cultura -> ...Di Letteratura, Poesie, Filosofia, Pensieri
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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 18:03:14    Oggetto:  Poesie x tutto l'anno
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GENNAIO

Il primo mese dell'anno

Il mese di gennaio trae il suo nome da Giano,
il dio che i Romani raffiguravano con due facce:
una rivolta al passato e un'altra all'avvenire.
Giano fu re dell'antichissima Italia, e ospitò
Saturno quando il vecchio dio fuggì per
sottrarsi alle persecuzioni del figlio Giove.
Il luogo ove Saturno si nascose fu chiamato Lazio.
Fu allora che Giano, per gratitudine,
ebbe da Saturno il dono della prudenza e la facoltà
di vedere nel futuro come nel passato.
Anche al di fuori di questa leggenda, gennaio,
essendo il primo mese dell'anno, ci invita
a meditare sui giorni scomparsi e ci lusinga
col mistero dei giorni che debbono ancora venire.
Che cosa ci riserveranno essi? Iddio soltanto lo sa per noi...
Perché i Romani raffiguravano Giano con due volti?
Quando veniva aperto il suo tempio?
Sai come viene detto il nostro calendario?
Informati da chi e quando venne istituito.
Che cosa chiedi al nuovo anno?





Gennaio

Siamo in gennaio. E' inverno. Fuori fa freddo,
nevica, c'è gelo.
Gli alberi sono nudi, al mattino sono coperti
di brina.
I campi sono coperti di neve.
Sotto però il grano vive.
Ormai tutti hanno il cappottino e si coprono bene.
Molti bambini hanno i geloni.
Il freddo fa venire molte malattie.
Sui monti c'è neve. Molti vanno a sciare.
Se cade la neve in città, deve essere spalata.
Le strade d'inverno diventano pericolose.




Gennaio
Neve dappertutto. Ma la vita riprende
con più vigore di prima, a patto che ci
rinnoviamo con noi stessi.
Anno nuovo, vita nuova.
E' uno dei mesi più freddi dell'anno.
La neve ricopre tutto col suo mantello candido.
Il vento urla fra i rami degli alberi spogli.
Il cielo è bigio, coperto di nuvoloni carichi
di pioggia o di neve.
Gli uccellini non cantano più.
Gli alberi alzano verso il cielo le loro braccia
stecchite e nude.
Sotto la neve, pane! E Gennaio copre di un
mantello candido le verdi piantine del grano
che così non geleranno.




Gennaio

Ecco gennaio, il primo mese dell'anno. La
campagna è ancora spoglia, deserta, silenziosa.
Gli alberi alzano verso il cielo grigio i rami nudi.
Tutto è assopito: questo è il tempo dell'attesa:
si sente nell'aria un senso di dolce riposo.
Non si odono ronzii di insetti, canti di uccelli.
Solo qualche passero saltella qua e là in cerca
di cibo. D'improvviso si leva un canto, piccolo, timido.
E' il re delle siepi che canta, l'uccellino del freddo:
lo scricciolo. Saltella, di rametto in rametto,
piccolo fagottello di penne arruffate, che una
minima brezza di vento fa vibrare come mille
bandiere. E il suo canto rianima ogni cosa.
Perchè in esso è la certezza che la primavera tornerà.



Mimì Menicucci

E' Gennaio

Tutti i bambini lo aspettano con gioia, ma
anche con un pò di timore, perchè non
sanno che cosa porterà la Befana.
Siamo proprio nel cuore dell'inverno:
qualche volta soffia un vento gelido, talora
un bianco e morbido mantello ricopre la terra
infreddolita.
E' la neve che cade!...
I ragazzi si divertono a far pupazzi e a
giocare a pallate di neve.
Ogni tanto si ode un frullo d'ali; sono passeri
che hanno fame e freddo, cercano briciole e
semetti qua e là.
I semi, sotto terra, attendono la primavera
che tornerà per far sbocciare le tenere piantine.


Poesia di M. Giusti

Scherzo di Gennaio

I rigori di gennaio
portan sempre qualche guaio;
acqua, freddo, ghiaccio e neve,
notte lunga, giorno breve,
influenza e raffreddore,
naso rosso a tutte l'ore.
Quando il ciel si mette al bello,
cercan tutti il solicello.
I piccini, intorno al mondo,
fanno un pazzo girotondo;
mentre quelli grandicelli
studian giochi novi e belli.
Sopra il ramo scheletrito,
l'uccellino è intirizzito.
Il comignolo sul tetto
fuma allegro e per dispetto
si diverte a far tossire
la civetta, da morire.
Ride un topo come un matto,
mentre strizza l'occhio al gatto.




Poesia di R. Pezzani

Gennaio

Cerchi il fuoco e porti in dosso
umor nero, vento e gelo;
col tuo sguardo incanti il fosso,
col tuo fiato appanni il cielo
Per il freddo che tu porti
prati e boschi sembran morti,
ma di sotto la tua neve
vita nuova il grano beve.

Poesia di Gennaio
di L. Santucci

Gennaio

Vien Gennaio freddoloso,
con la barba di ghiaccioli,
sotto il ciel cupo e nevoso
coi suoi undici figlioli.
Son Febbraio, Marzo e Aprile,
Maggio, Giugno, Luglio e Agosto;
poi Settembre il più gentile,
ed infine Novembre, brullo,
e Dicembre, ultimo nato,
che riporta a ogni fanciullo
il Natal tanto sognato.
Che simpatica famiglia
reca sotto il suo mantello!
Nessun mese gli somiglia:
e a suo modo ognuno è bello.




Poesia di Gennaio

di C. Prosperi



Ecco Gennaio
con il suo saio
con il fianco
tutto bianco.
Viene innanzi il vecchierello
e via caccia il tempo bello;
reca seco giorni brevi,
nebbie, venti, ghiacci, nevi.

Poesia di R. Pezzani
Gennai
Bigio il ciel, la terra brulla,
questo mese poverello
nella sporta non ha nulla,
ma tien vivo un focherello;
breve il dì lunga la notte,
cerca il sole con affanno,
ha le tasche vuote e rotte,
ma nasconde il pan d'un anno.
Poesia di M. Giusti

La canzoncina di Gennaio

I rigori di gennaio
portano sempre qualche guaio:
acqua, freddo, ghiaccio e neve,
notte lunga e giorno breve,
influenza e raffreddore,
naso rosso a tutte l'ore.
Quando ilciel si mette al bello,
cercan tutti il solicello...


Poesia di G. Ferrara

Gennaio

Io sono dell'anno
il primo mese
ed un inchino
vi fo cortese.
Son triste, squallido,
son freddo tanto,
e il monte e il piano
di neve ammanto.
Pur son benefico...
Vi sembra strano?
Sotto la neve
germoglia il grano.


Poesia di O. Cima

Gennaio

Io sono il primo di dodici figli
tutto vestito di candidi fiocchi;
spargo brillanti per campi e per cigli,
porto ai camini la festa dei ciocchi.
Di ghiaccio e neve ricopro le vette
e metto al fuoco le dodici ballotte.


Poesia di Hedda

Gennaio

Mantellino di neve
ricciolini di ghiaccio,
tacito, freddo e lieve,
chi son io che m'affaccio?
Tra i fischi del rovaio
o bimbi, ecco Gennaio!

Filastrocca di Gennaio

di M. Comassi

O gennaio sonnacchioso
stai nel tuo mantel nebbioso.
Lunghe notti e giorni corti,
neve e brina tu ci porti.
Chiudi in casa noi bambini
e fumare fai i cmini.
Tu le stelle più brillanti
specchi in ghiacci scintillanti.
Forse un mago sei, gennaio,
e tra il vento tuo rovaio,
tu nascondi un solicello,
mite, lieve, riderello,
e d'un fiore il calicanto,
doni a tutti il dolce incanto


Gennaio
di Rosmarj

Gennaio col manto di neve stanotte è venuto
e brontola in mezzo alle case...Bambini, sentite?
Fa il naso rosso dal freddo, in continuo starnuto,
ma porta per voi tanti doni: arance squisite,
e poi lattemiele, e tazze di buon cioccolato,
e qualche aspirina ad un bimbo malato..

Gennaio

Gennaio, col manto di neve, col sacco pesante,
ci porta le serie promesse di esser più buoni.
Ci porta le gite in montagna e l'arietta frizzante,
ma insieme ci parla di scuola e di lunghe lezioni.
Ha il viso talora severo, talora un pò gaio,
il primo dei dodici mesi, di nome Gennaio


Proverbio del mese di Gennaio

Sotto la neve, pane;
sotto l'acqua, fame
[/img][/center]

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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 18:03:14    Oggetto: Adv






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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 18:16:40    Oggetto:  
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FEBBRAIO



La Madonna di Lourdes -
di C Caminada -


Vestiva un abito candido. I fianchi aveva cinti da una fascia celeste. Un velo bianco le scendeva dal capo lungo tutta la persona. Dalla veste, lunga fino a terra, spuntavano i piedi, sui quali fioriva una rosa d'oro.
Dal braccio le pendeva la corona del Santo Rosario.
Le mani teneva giunte all'altezza del petto...


Poesie per la Candelora





di Renzo Pezzani



La Candelora




Due febbraio. Accendete
la candelina di purificazione...
Farà lume a un'orazione,
d'innocenza splenderete.
...Non è ancora primavera.
Ne è dolce promessa:
fiamma accesa, odor di cera
come in chiesa la prima messa




Poesie sulla Madonna di Lourdes
di F. Wefel



La Madonna di Lourdes

Bernadette alza lo sguardo alla
cima del pioppo accanto a lei per
scorgere se verso l'alto non spiri
forse qualche brezza che abbia
investito lo spineto di Massabielfle.
Ma le foglie dell'albero, tremule
quasi sempre alla cima, sono
immobili, come senza respiro.
Ella guarda ancora la grotta
che è lì, a non più tii dieci passi.
La pianta di rose selvatiche si
arrampica, immobile come
sempre, alla roccia.
Forse si era ingannata.
Ma ora non s'inganna.
Bernadette si strofina gli occhi.
li chiude, li apre, li richiude e li
riapre più volte; l'immagine
rimane.
La luce del giorno è quasi
scomparsa.
Soltanto nella nicchia della
grotta permane un bagliore, come
se si fossero attardati là
gli ultimi raggi dorati del sole


Febbraio, febbraino freddo, corto e birichino.


Il nome febbraio deriva dalla parola latinafebruare", che vuol dire purificare, perchè, anticamente, era questo il tempo in cui il corpo veniva purificato per renderlo degno di avvicinarsi ai tempi degli dèi.
I Romani lo avevano dedicato a Giunone.
Il secondo mese dell'anno è caro ai bambini per le allegre ricorrenze del carnevale.
Pantalone, Arlechino, Balanzone, Pulcinella, Gianduia, Rugantino, Stenterello...scherzano e ridono per le vie delle proprie città, fino al giorno delle Ceneri, al quale seguirà la Quaresima, periodo di raccoglimento e di penitenza che precede di quaranta giorni la Pasqua.
La terra incomincia a scuotersi dal tepore invernale.
Le giornate si sono allungate e il sole si mostra più spesso nel cielo.
Spuntano le prime margherite, fioriscono le mimose.
Il grano incomincia a verdeggiare nei campi.
Il contadino semina rape, piselli, lattughe, cipolle.







Febbraio


In febbraio proseguono le feste di carnevale. Pantalone, Arlecchino, Balanzone, Pulcinella, Gianduia, Rugantino, Stenterello...scherzano e ridono per le vie delle proprio città, fino al giorno delle Ceneri, al quale seguirà la Quaresima, periodo di raccoglimento e di penitenza, che precede di quaranta giorni la Pasqua.
Le giornate si sono allungate, il sole si mostra più spesso nel cielo.
Spuntano le prime margherite, fioriscono le mimose.




Febbraio
mese allegro



E' spesso il mese più freddo dell'anno. L'inverno fa sentire ancora i suoi rigori, ma le sponde dei fossi, le prode dei campi mostrano fili d'erba nuova e boccioli che aspettano un raggio di sole per aprirsi.
Poi febbraio è un mese allegro. La gente si diverte ed è contenta perchè è carnevale, ma soprattutto perchè l'inverno sta per finire.






Febbraio

Febbraio è il mese più corto dell'anno:
è un birbone che porta spesso molto
freddo.
Alcuni fiorellini non hanno paura
di febbraio: spuntano fuori anche dalla neve.
Febbraio porta tanto freddo, ma manda in
giro per le strade le sue allegre mascherine.
Ogni quattro anni il mese di febbraio ha un
giorno di più: l'anno, allora, è bisestile.
Le giornate in febbraio si allungano, e di
tanto in tanto il sole vince sulle nubi.
Il freddo pungente di febbraio è un ricordo
che ci lascia il mese di gennaio.
Dopo le allegre giornate di Carnevale
incomincia il periodo di preparazione
alla Pasqua:
La Quaresima, tempo di penitenza e di
riflessione.


Febbraio

Il mese più breve dell'anno


Il più breve mese dell'anno, spesso, giunge
con furia di vento di freddo e di neve.
Ma dopo alcuni giorni, dove sono le nubi?
Non c'è più che un pò di nebbia, rada rada
che lascia vedere il cielo sereno.
Allora la neve e il ghiaccio cominciano a
sciogliersi e i ruscelli riprendono il loro
cammino.
Allora, ai margini delle strade di campagna,
tra foglie secche e teneri fili d'erba, si
scoprono cespi di primule, macchie di crochi,
ciuffi di violette.
Timido annunzio della bella stagione



Povero febbraio

Febbraio è più pazzerello di marzo;
ma è proprio colpa sua?
Lo vestono sempre come
una mascherina:
e lui che fa? Ti combina tutti gli
scherzi che può.



Gli scherzi di febbraio



Come è strano il mese di febbraio!
Ieri il sole splendeva nel cielo azzurro
solcato solo da qualche nuvoletta
bianca e credevamo di essere già
in primavera..., mentre oggi c'è freddo,
tira un vento di tramontana e il cielo,
coperto di nuvole grige, minaccia la
pioggia.




Antologia di Febbraio



Poesie di Carnevale



Giorni di Febbraio

Il cielo è nuvoloso: ogni tanto qualche lembo di azzurro, qualche spazzo
di sole e poi da capo il grigiore freddo uggioso. Il vento soffia, sibila,
stride scuote le porte, forza le imposte, fa tintinnare i vetri e rabbrividire
i bambini. Le montagne si risvegliano, e incominciano scuotere
la canizie dal capo: la neve a poco a poco si discioglie, giunge
di lontano il fragore dei torrenti che precipitano a valle.
Qua e là verdeggiano gli olivi. I ragazzi sgambettano allegri di stanza
in stanza e scendono volentieri a rincorrersi per le strade e
per la campagna.


Perchè Febbraio corre

di O. Vergani

Il vento, la neve, la pioggia sono gli strani amici di febbraio.
Sembra che il mese non abbia voglia di star troppo a lungo
in questa strana compagnia: e per questo, forse, è il mese
più corto dell'anno, e passa via così rapido per la sua strada
ghiacciata, sotto gli alberi coperti di brina e di ghiaccio.
Che vitaccia fa il povero febbraio, con le scarpe rotte dalla
fretta di correre, con il suo mantello sorte di lavoro, la sua
razione di fatica. Ma febbraio prende la sua fatica allegramente.
I mesi dell'anno hanno bisogno anche di lui per scaricare
il freddo bagaglio dell'inverno.
Febbraio corre. Per nascondere la sua fatica si è messo
sul volto la maschera del carnevale.





Sapienza Popolare

Per la santa
Candelora
dall'inverno
siamo fora;
ma se piove
o tira vento
nell'inverno
siamo dentro.

Pioggia di febbraio
empie il granaio





Febbraio
asciutto, erba da per tutto



Sapienza popolare

Mare chiaro
e monte scuro
della pioggia
sei sicuro.

Per la Santa
Candelora
se nevica o se plora
dall'inverno
siamo fòra;
se v'è sole o solicello
siamo sempre
a mezz' inverno

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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 18:20:45    Oggetto:  
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MARZO


L'inverno è ormai passato


L’inverno è ormai passato,
l’epoca delle piogge se n’è andata.
I fiori sono apparsi sulla terra
Ed in questo momento è primavera.
E’ tempo di cantare.
La voce della tortora è nell’aria,
e il fico ha messo i primaticci teneri:
le viti in fiore mandano profumi.
(Da Il Cantico dei cantici)


Primavera


Da i verdi umidi margini
La violetta odora,
ol mandorlo s’infiora
trillan gli uccelli a vol.
(G.Carducci da RIME NUOVE)



Momento


Rampicanti in fiore
Giocano col vento
Primaverile.
Rondini si dondolano
Nell’aria serale.
(Wei Li Bo)



Primavera brilla nell'aria


Primavera d’intorno
Brilla nell’aria, e per li campi esulta,
sì che a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
gli altri augelli, contenti, a gara insieme,
per lo libero ciel fan mille giri,
pur festeggiando il loro tempo migliore.
(G. Leopardi)





E' dolce primavera


Alla selve,alle foglie dei boschi è dolce primavera;
a primavera gonfia la terra avida di semi.
Allora il Cielo, padre onnipotente, scende
Con piogge fertili
E acende ogni suo germe. Gli arbusti risuonano
Del canto degli uccelli, i prati rinverdiscono.
E i campi si aprono: si sparge la tenera acqua;
ora al nuovo sole si affidano i nuovi germogli.
Virgilio ( poeta latino)


Sera d'aprile


Batte la luna soavemente
Di là dai vetri
Sul mio vaso di primule:
senza vederla la penso
come una grande primula anch’essa
stupita
sola
nel prato azzurro del cielo.
(A.Pozzi)





Io sono la primavera

Lucciole belle, venite da me;
son principessa, son figlia di re.
Ho trecce d'oro filato fino
ho un usignolo che canta su un pino,
una corona di nidi alle gronde,
una cascata di glicini bionde,
un rivo garrulo, limpido, fresco,
fiori di mandorlo, fiori di pesco.
Ho veste verde di vento cucita
tutta di piccoli fiori fiorita;
occhi di stelle nel viso sereno,
dolce profumo di viole e di fieno
e per il sonno dei bimbi tranquilli
la ninna nanna felice dei grilli
Marzo

Io sono Marzo che vengo col vento
col sole e l'acqua e nessuno contento;
vo' pellegrino in digiuno e preghiera
cercando invano la Primavera.
Di grandi Santi m'adorno e mi glorio:
Tommaso il sette e poi il grande Gregorio;
con Benedetto la rondin tornata
saluta e canta la Santa Annunziata.

Maggiolata

Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l'usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel gli augelli;
le donne han nei capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli, prati e monti,
di fior tutto è una trama:
canta, germoglia ed ama
l'acqua, la terra, il ciel.
(G.Carducci)



Che dice la pioggerellina di Marzo?

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

Passata è l’uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia,
domani uscirà Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d’ale,
di nidi,
di gridi,
di rondini ed anche
di stelle di mandorlo, bianche...

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

Ciò canta, ciò dice:
e il cuor che l’ascolta è felice.
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto

(Angiolo Silvio Novaro)





Il vento di marzo

E' il vento
come un monello contento,
che fa capriole
tra l'erbe nuove,
che va in altalena
fischiando stornelli
tra gli alberi verdi
di primavera,
che gioca alla guerra,
prendendo d'assalto
un intero paese.




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MessaggioInviato: Dom Dic 04, 18:28:26    Oggetto:  
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APRILE


Aprile -


Andiamo a trovare
aprile
Sull'erba dei prati
lo vedremo giocare
col vento lieve
di primavera
snidare
col tiepido sole
i pigri animaletti,
lanciare
coi bimbi folletti
grossi aquiloni.
Andiamo a trovare
aprile

Svegliati, svegliati, campanaro,
la rondine canta, il cielo è chiaro!
Piglia la corda e suona le campane,
chè il fornaro vuol fare il pane,
ogni cuore vuol palpitare.
Ma in ogni casa mamma è desta,
e spalanca la finestra,
e fa tutto pian pianino,
chè ancora dorme il suo bambino.
(Dorme con le manucce strette
e l’angelo chissà cosa ci mette!)
E le campane delle chiesuole:
Ah, che buon'aria! Oh, che buon sole!
Vedrete stamane, il buon Dio
vi farà contento ogni desìo.
Fiorito è il monte, lucente il mare.
E tu perchè non ti vuoi svegliare?

-
Il fiore d'oro -


C'era un bocciolo che faticava per aprirsi. Era d'uro, verde e pareva che non dovesse sbocciare mai.
Allora disse alla pianta: Succhia il nutrimento della terra, così potrò diventare grasso.
La pianta succhiò con tutte le sue radici e il bocciolo ingrassò. ma rimaneva verde e duro.
Allora disse alle nuvole:
Mandate giù una pioggerella, ma non tanto forte, altrimenti mi sciupate.
Le nuvole mandarono un spruzzattna sulla, terra.
Poi il bocciolo disse al sole:
Per piacere, riscaldami con i tuoi raggi. ma non mi bruciare.
Il sole lo accarezzò piano piiano col suo tepore. Finalmente in una mattina di Aprile il bocciolo si schuse e ne venne fuori un magnifico fiore giallo che pareva di seta.
Una farfall'a lo vide e disse:
Un fiore così bello non s'è mai visto in questo giardino!
La terra, le nuvole, ti sole ne furono motto orgogliosi.
Le campanelle bianche, screziate di rosso, si misero a suonare a festa.
Verso sera arrivò un bambino. Vide il bellissimo fiore giallo e lo colse.
Poi lo strappò.
Il giardino pianse tutta la notte


Pioggerella d'aprile, friggìo di mille grilli
sullo specchio sognante dell'acqua cristallina;
smorza un usignoletto tra il fogliame i suoi trilli,
scende, dolce pispiglio, la mia pioggerellina.

Momenti cheti, semplici, in cui vivere è santo.
Sembra che nulla accada, molto accaduto è già...
La pioggia e un uccellino t'hanno intessuto un canto;
serbalo fresco in cuore, forse ti servirà.

Fiorin d'aprile,
fra l'erba nuova, la violetta ride
con la corolla timida e gentile.
Fiore di spina,
accanto le fiorisce, tutta trine
bianche e rosate, la margheritina.
Fior di giaggiolo,
le rondini s'inseguono nel cielo
i passeri cinguettano nel volo.
Fior fioretto,
salta nel prato, candido l'agnello
accanto alla sua mamma ed il capretto.
Fiore di rosa,
fiorisce la finestra d'ogni casa..
aprile rende la vita festosa. ...

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MAGGIO

Poesia di Renzo Pezzani -
Madonnina -


T'ho portaro un fiorellino
che trovai lungo il cammino:
lo raccosi sol per Te.
E' un fioretto appena aperto,
che ti piaccia, sono certo,
cosi umile com'è.
E ti prego, Madonnina,
per il babbo e la mammina,
per chi vive intorno a me.
La mia casa benedici,
la mia scuola, i miei amici,
e chi affida il cuore a Te.


Questo bel mese, tutto fiori e sole, è dedicato alla Vergine Maria.
Nella chiesa ogni suo altare è ornato di fiori e di ceri. Noi ci rivolgiamo a Lei con le nostre preghiere ed Ella, regina del cielo, ci sorride e ci ascolta.
Come sei bella, o Madonnina, li sull'altare, in mezzo al profumo dei fiori, fra le luci delle candele!

C'era una rosa dentro un giardino;
un'ape venne di buon mattino:
prese il suo miele e se ne andò.
C'era una rosa dentro un giardino;
venne ronzando un maggiolino:
mangiò una foglia e se ne andò.
C'era una rosa dentro un giardino:
venne cantando un bel bambino:
colse la rosa e se ne andò.
Ma non lo punse con la sua spina
la rosa bianca, la rosellina

E l'uccelletto cominciò a cantare:
Dimmi, bel mese, che ci vuoi portare?
Rose fiorite ed altri fiori a mazzi,
ciocche rubizze di ciliegine nuove.
Le prime pesche rosate e vellutate,
da cogliere con mani delicate.
Fiori d'arpncio dai soavi odori,
e nidi pigolanti tra le foglie e i fiori.
E d'altro ancor, che ci potresti offrire?
La Madonnina cara sull'altare, che i bimbi
buoni vuole benedire.
Maggio è nell'aria; e l'uccelletto canta.
Brilla nel cielo un sole tutto d'oro

Filastrocca del bel maggio
col vestito della festa,
che hai cucito lesta lesta
quando il sol ti dava un raggio.
Filastrocca dei colori:
bianco, rosso, azzurro e giallo,
mentre il grano, come un gallo,
la sua cresta mette fuori.
Da un Rose rosse... Vere rose!
Tutto il mondo fiorito di rose!
Tutto il mondo odoroso di rose!
Anche dove men te l'aspetti
nei giardini fatti serpai,
fra le ortiche e i cardi a mazzetti,
ecco, s'accendono rosai.
S'arrampicano le rose
ai cancelli arrugginiti;
s'affacciano a mura corrose;
si conci mano di detriti.
Anche negli orti dei conventi
per le aiuole di nuove lattughe,
dove, ancora sonnolenti,
passeggiano le tartarughe;
anche lì che fioritura'
di rose! E un odor da lontano,
che vince ogni clausura:
odor di mese mariano.
E le chiesine di campagna?
Le più nude e poverine
han sugli altari di lavagna
rose doppie e rose carnine.
Perfino in quei brevi sterrati
nei cortili degli ospedali
dove guardano al sole i malati
col viso cereo sui guanciali,
v'è luce di rose maggesi;
e che dolce malinconia
di speranza in quegli occhi accesi
di febbre e di nostalgia.
Perfino, sì, nei cimiteri
le rose di rosee foglie
fanno siepe lungo i sentieri
solinghi, e nessuno le coglie;
fioriscon tra lampade e ceri
sui morti sempre più folti...







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MessaggioInviato: Lun Dic 05, 18:13:02    Oggetto:  
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GIUGNO



I contadini sotto il sole di giugno
raccolgono i covoni di grano.
Il loro viso scuro riluce di gocce
di sudore, ma instancabili
continuano il lavoro.
Un uccellino, in un prato accanto,
si ferma un momento a guardare,
poi continua, in un lieto
cinguettio, a insegnare ai suoi
piccoli a volare.

Eri più bello a primavera!
all'orto disse un dì la capinera.
Con quei fioretti tutti bianchi e rosa
sembravi il lieve velo di una sposa.
Risponde l'orto: - Ho cose nuove in pugno:
le mostrerò a giugno.
Un dì, all'alba, l'orto si destò;
di rosso le ciliege pitturò,
diede il colore giallo alle albicocche,
empi di dolci succhi avide bocche:
mise fiocchetti viola al prugno:
era arrivato giugno.

Il grano nella sua biondezza antica,
ondante e secco, chiede mietitura,
ché in cima alla sua gracile statura
porge a ogni bimbo una rigonfia spiga.
Lo vagheggia la madre contadina
ritta nell'ombra corta d'un pagliaio:
quanto penare prima che il mugnaio
gliela riporti in morbida farina!
La cristiana alza gli occhi al sol feroce,
poi guarda i figli grondanti, il marito
gobbo nel solco e col suo nero dito
fa sopra il campo un gran segno di croce

Coronato di ciliegie
nere, turgide, brillanti,
con le regie
albicocche d'oro in pugno,
regalmente si fa avanti
il re Giugno.
Sotto il piè agile e lieto
si disrotola sul mondo
un tappeto,
ove molli strisce intesse
il variare verde-oro
della messe.
Lo trapungon tanti tanti
fiordalisi, e i rosolacci
fiammeggianti.
E, più a lungo che non suole,
par che allegro in ciel s'affacci
babbo Sole,
ascoltando nell'azzurro
delle innumeri cicale
il sussurro,
e del buon odor di fieno
deliziandosi, che sale
dal sereno.
Gran lavori vede Giugno!
L'ape i nuovi favi inizia
nel suo bugno,
e con opera segreta
fila il baco la dovizia
della seta.
Ed a sera, quando il grillo
prova ancora un po' esitante
il suo trillo,
fan le lucciole, nell'aria
odorosa, l'elegante
luminaria.

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MessaggioInviato: Lun Dic 05, 18:20:41    Oggetto:  
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LUGLIO


Quando su ci si butta lei,
Si fa d'un triste colore di rosa
Il bel fogliame.

Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
E' furia che s'ostina, è l'implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
E' l'estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro


ESTATE
C'è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un'erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d'aria
e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti.
La parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.
Cesare Pavese

Giugno , Luglio, Agosto.

Sono nudi come l'aria

ma ciascuno porta un suo fregio,

l'uno un ramo di ciliegio

che di frutti ondeggia e svaria;

il secondo ghirlandette

di papaveri fiammanti,

spighe il terzo barbaglianti,

in manipolo costrette.

Bravi e validi figlioli,

rosolati al solleone;

saltan come in un trescone

di gagliardi campagnoli


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MessaggioInviato: Lun Dic 05, 18:25:44    Oggetto:  
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AGOSTO


Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.


Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.


Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.


X Agosto

di Giovanni Pascoli



San Lorenzo, io lo so perché tanto

di stelle per l'aria tranquilla

arde e cade, perché si gran pianto

nel concavo cielo sfavilla.



Ritornava una rondine al tetto:

l'uccisero: cadde tra i spini;

ella aveva nel becco un insetto:

la cena dei suoi rondinini.



Ora è là, come in croce, che tende

quel verme a quel cielo lontano;

e il suo nido è nell'ombra, che attende,

che pigola sempre più piano.



Anche un uomo tornava al suo nido:

l'uccisero: disse: Perdono;

e restò negli aperti occhi un grido:

portava due bambole in dono.



Ora là, nella casa romita,

lo aspettano, aspettano in vano:

egli immobile, attonito, addita

le bambole al cielo lontano.



E tu, Cielo, dall'alto dei mondi

sereni, infinito, immortale,

oh! d'un pianto di stelle lo inondi

quest'atomo opaco del Male!







La notte di S. Lorenzo

di Paola Mara De Maestri



Occhi puntati al cielo d’agosto

nella notte di S. Lorenzo

la tradizione chiama

alla ricerca di un fuoco

che allieti la mente

di una lapillo di speranza

che ravvivi la danza.

Ma le mani dell’uomo

ancora bruciano

di primo paradiso

e le lacrime del Santo

cadono a pioggia

sui volti ebbri.







Agosto

di Federico Garcia Lorca



Agosto,

controluce a tramonti

di pesca e zucchero

e il sole dentro la sera

come il nocciolo nel frutto.



La pannocchia serba intatta

la sua risata gialle e dura.



Agosto.

I bambini mangiano

pane nero e luna piena



Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.


E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
San Lorenzo, io lo so perché un così gran numero
di stelle nell’aria serena
s’incendia e cade, perché un così gran pianto
risplende nel cielo.


Una rondine ritornava al suo nido:
l’uccisero: cadde tra rovi spinosi:
ella aveva un insetto nel becco:
la cena per i suoi rondinini.



Ora è là, morta, come se fosse in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e i suoi rondinini sono nell’ombra, che attendono,
e pigolano sempre più piano.



Anche un uomo tornava alla sua casa:
lo uccisero: disse: Perdono;
e nei suoi occhi sbarrati restò un grido:
portava con sé due bambole per le figlie...



Ora là, nella solitaria casa,
lo aspettano, aspettano invano:
egli, immobile, stupefatto mostra
le bambole al cielo lontano.



E tu cielo, dall’alto dei mondi
sereni, che sei infinito, immortale
inondi con un pianto di stelle
quest’atomo opaco del male!







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MessaggioInviato: Lun Dic 05, 18:29:13    Oggetto:  
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SETTEMBRE


Guizzò la prima rondine dal nido
sotto la mia grondaia,
vibrando al cielo il breve acuto strido;
e già ne trillan cento in frotta gaia.
Filan gli aerei stridi; intanto pare
che nei tetti vicini,
salterellando, col lor ciangugliare
bezzichin l'aria i passeri vicini.
Giù, nel cortile, ostinasi un galletto
nel suo verso arrochito.
Zitto, signor Dovere, ho già capito:
è l'ora, è l'ora di lasciare il letto



È il testo più facile da redigere e può diventare il più noioso. È facile perché ti chiede di parlare di te; di ricordare le tue azioni, i tuoi sentimenti, i tuoi modi di essere.
Può diventare noioso se non sai osservarti bene e tieni a mente soltanto le azioni più banali sempre ripetute (mangiare, studiare, alzarsi, lavarsi, giocare).







































Il diario di Piero



























«Stamane mi sono alzato, ho fatto colazione, sono andato a scuola ho letto, scritto, studiato, risolto il problema. Ho mangiato la merendina, ho disegnato e, quando è suonata la campaneIIa deIIa fine, sono andato a casa a pranzare.
Nel pomeriggio ho giocato, ho fatto i compiti, ho mangiato una banana, sono usci to
a passeggio, poi sono tornato a casa per la cena».
Ti pare che sia bello il diario di Piero?






































Il diario di Antonio














«Oggi ho litigato con Piero. Eravamo in classe e dovevamo eseguire un disegno. Stavo tirando una penneIIata di colore verde, lieve, sfumata, che doveva concludere il quadretto (che tra l'altro m'era riuscito proprio bene), quando mi sento arrivare, nel braccio destro, un potente colpo.
Non sono riuscito ad evitare di fare un baffo su tutto il foglio.
Ho rovinato tutto il mio quadro.
E aIIora, senza tanto pensarci su, ho promesso a Piero che gli avrei fatto due occhi cosÌ. Appena usciti da scuola ci siamo accapigliati. Pretendeva d'aver raglone.».
Come vedi, la narrazione di Antonio, a differenza di quella di Piero, è piacevole, personale e si legge tutta volentieri

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MessaggioInviato: Lun Dic 05, 18:34:30    Oggetto:  
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OTTOBRE

Questa mattina è giunta per telefono una piccola notizia:
Nel pomeriggio arriva la signora Direttrice.
Il maestro ci guarda con occhio indagatore.
Tu, nel pomeriggio, devi tornare a scuola bén pettinato.
E tu lucidati le scarpe! E tu, una bella spazzolata te la vuoi dare a codesta giacchetta? E tu...; e tu...; e tu...
Per tutti ha una raccomandazione. Ma a Giovannino, il maestro dà istruzioni particolareggiate:
Ti tagli prima le unghie, intesi? Poi fai scaldare una caldaia d'acqua, tant'acqua.
Ti laverai quindi per benino il collo, gli orecchi, la faccia, la fronte fino alla radice dei capelli.
Nei limpidi occhi di Giovannino balena l'immagine vaporosa della schiuma del sapone. Domanda:
Lavarmi tutto?
Ma Si: tutto!
E se poi la signora Direttrice non venisse?

I pensieri nascono dall'esperienza, cioè da quanto si vede, si sente, si prova.


Pensa al domani! E' uno dei savi consigli che l'esperienza di ogni giorno raccomanda alla gente

provvida. La lotta della vita è aspra. Oggi arride l'abbondanza, domani può venire la carestia, se non per noi, per tanti altri che dobbiamo aiutare. Ieri ancora le campagne sfoggiavano le messi e le
vendemmie; adesso c'è l'inverno con le sue nevi e i suoi ghiacci.
Il risparmio sembra nella natura un'idea innata come quella del lavoro, e forse l'uno si completa nell'altro. Il risparmio si manifesta anche negli animali, quale istinto di conservazione e di sicurezza


In verità, settembre ha chiuso bene i suoi conti: ha tesoreggiato per le cantine e i granai, ha riempito le case, ha misurato col vario raccolto la generosa ricchezza dell'annata. Sicché l'ottobre, mondo d'ogni affanno terreno, purificato e leggero come un Santo la cui conversazione è nei cieli, può andarsene beato in piano o in colle a celebrare le sue sagre di colori.
Ottobre è un puro artista: perciò pochi ne intendono la tempera fina.
Ma io ti so dire che c'è ancora qualche spirito esiliato che sa ammalarsi della sua strozzante bellezza; sa che egli è un mese uscito dalla fantasia d'un Iddio che gioca gentilmente col mondo delle sue creature prima che trasmigrino


Son fuggite le giornate
dolci e chiare dell'estate.
Or di nebbie un grigio velo
copre mesto terra e cielo,
mentre, foglia dopo foglia,
ogni ramo già si spoglia.

Non più all'alba, lieti gridi
d'uccellini e voli e stridi.
Non si sente che il lamento
lungo e flebile del vento,
che par dire sera e mattina..
Gia l'inverno si avvicina

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MessaggioInviato: Lun Dic 05, 18:39:18    Oggetto:  
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NOVEMBRE


Per la campagna triste e lontana
gelida soffia la tramontana.
Martino scende dal suo destriero
c'è un poverello lungo il sentiero...
Non ha vestito, casa non ha,
a riposarsi come farà?
Il cavaliere toglie il mantello,
metà lo dona al poverello.
Oh, meraviglia: si rompe il cielo...
E si diffonde dolce un tepore,
qua e là tra l'erba rispunta il fiore.
Dal cielo scende, premio divino,
sempre l'estate di San Martino




Poesia di Giosué Carducci -
San Martino -

La nebbia e gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar,
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiettando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespro migrar.Per la campagna triste e lontana
gelida soffia la tramontana.
Martino scende dal suo destriero
c'è un poverello lungo il sentiero...
Non ha vestito, casa non ha,
a riposarsi come farà?
Il cavaliere toglie il mantello,
metà lo dona al poverello.
Oh, meraviglia: si rompe il cielo...
E si diffonde dolce un tepore,
qua e là tra l'erba rispunta il fiore.
Dal cielo scende, premio divino,
sempre l'estate di San Martin


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MessaggioInviato: Lun Dic 05, 18:43:21    Oggetto:  
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DICEMBRE


In lontananza
scorgo
montagne
quiete, foschie
traslucide

E sento di appartenere
a quei luoghi
incantati, irraggiungibili

Da troppo tempo
le cicale hanno smesso
di frinire

Giorni veloci
spariscono
arrotolati
nell'oblio
Vischio, pungitopo, agrifoglio,
fanno un falò al mio cuore
di donna appagata
e ricca di trascorsi Natali.
Alberi scheletriti graffiano
il cielo buio,
affollato da nuvoloni.
Luci dorate e argentate



E’ Natale,
Puntuale come sempre, tutti gli anni, stesso giorno,
per lei che dorme, per te che vivi e me che sogno…
E’ Natale,
per gli uomini di ogni razza, per chi crede e per chi non spera,
per chi è solo anche in questa sera…
E’ Natale



Danzano nella notte le stelle in coro,
sembrano fate riunite tra loro,
portano gioia in ogni cuore,
mostrando soltanto il loro candore.
Tra tutte lei brilla di luce speciale
si chiama cometa e ci porta il
Natale


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MessaggioInviato: Lun Dic 05, 18:45:51    Oggetto:  
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e x finire una canzone che racchiude tutto l'anno,una bella canzone che a me piace tanto e spero anche a voi

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